la Peau de chagrin. Dal 19 Ottobre 2023 al 28 Novembre 2023.
È in un tempo sospeso, evocativo, quello dove si viene condotti grazie al corpus di opere di Alberto Finelli e Evyenia Gennadiou. Come ritrovarsi nella novella di Balzac – la Peau de chagrin appunto – quando il protagonista entra nel negozio di oggetti antichi attratto dalle tante opere esposte e riceve in dono una pelle di zigrino come talismano, con il potere di esaudire ogni desiderio a chi lo possiede. In quel tempo sospeso e magico, dove tutto può cambiare ed essere risolto come d’incanto, ogni opera apre ad una esperienza autentica che chiama in gioco la pelle, la superficie delle cose, il loro involucro, in un senso totale che conosce la profondità. Si tratta dunque di assecondare la fascinazione totalizzante generata dalle opere come fossero specchi nei quali vedere al rovescio quello che appare del gesto alchemico che le ha prodotte. Oltre quello specchio si apre uno spazio poetico, quello dove Alberto Finelli e Evyenia Gennadiou lasciano che il tempo si curvi, si pieghi, segua altre traiettorie, per disvelare quel tutto inafferrabile che è l’essenza delle cose, che ne fa materia e forma in trasformazione.
Creare allora è stessa operazione maieutica e gesto rivelatore per una modernità e la sua morale borghese, per i suoi vizi e virtù, che Alberto Finelli e Evyenia Gennadiou mettono a nudo con opere che paiono ‘salvare le apparenze’ restituendo l’importanza del velo, del manto, della pelle appunto, per una forma che esibisce e testimonia il processo che l’ha generata e al contempo nasconde la rovinosa deriva verso la quale sembra destinata. Si tratta di materia e forma usate per produrre mondi che rivelano la loro infinita mimetica a chi li guarda e li attraversa perchè conosca altra via del conoscere che è quella tangibile del contatto: la via che è pura rinuncia all’immersione e al contempo sacra adesione alla sua morale estetica, se la sua deriva è anche insana e struggente possessione. Così il rame e le sue elettriche stratificazioni, la carta e le sue epidermiche pieghe, i colori e le loro intricate sovrapposizioni, esibiscono la natura materiale dell’esperienza che è anche elogio della superficie, ovvero richiamo a farsi sensibili alla qualità materiale e rovinosa delle cose di cui ci circondiamo e con le quali ci identifichiamo, perché da esse deriva l’immagine che ciascuno produce di se stesso. Immagini di sé che è presa di distanza e slancio verso altro, desiderio che muove ad afferrarsi al fascino discreto e muto delle cose.
Così, alla maniera di Balzac, Alberto Finelli e Evyenia Gennadiou esibiscono le loro opere sottraendole alla fatica e al tempo che le ha prodotte e, come un dono, aprono alla possibilità di eludere qualsiasi metafisica profondità e giocare a sottrarsi alla decadenza che ne fa feticcio di una pretesa immortalità. L’effimero di quella esibizione, si sa, è l’inizio, la soglia da varcare, per sentirsi nel vivo di un inarrestabile e imprevedibile mutamento. L’invito è a varcare la soglia – come per il poeta Rilke – per scoprirsi e inoltrarsi in un mondo che gioca a smuovere desideri e fa del possesso un dispositivo che spinge verso le cose, rendendole oggetto di quei desideri, creature animate per le quali ci si consuma e ci si trasforma, irreversibilmente. Gli oggetti rivelano dunque tutta la loro manifesta sacralità e aprono alla possibilità di illuminare le pieghe di una realtà che resta da cogliere nel suo tutto apparente.
Un elogio della superficie – o esattamente il suo contrario – se nel girovagare tra le opere si apre uno spazio finzionale che ne fa creature animate di quella Commedia Umana, balzachiana e pure brechtiana, dove ciascuno con le sue fragilità sa di poter trovare “qualcosa di solido cui tenersi”.
testo di Maria D’Ambrosio
Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou | opere da sin. Ribattuto LXXXII, tecnica mista su carta, 28 x 21.8cm, 2023| Yet to be, color pigment, neutral ph adhesive, blotting paper, Dura-Lar clear acetate ,45.6 x 30.4cm, 2023 ( A.Finelli) | Notions , tecnica mista su carta velina, 29.7 x 44.1cm. 2023 (E.Gennadiou)
Alberto Finelli | Yet to be, color pigment, neutral ph adhesive, blotting paper, Dura-Lar clear acetate ,45.6 x 30.4cm, 2023
Alberto Finelli | dal basso zmkga, copper, 10.5 x 11.8cm, 2023 | frwr, copper, 14.8 x 10.6cm, 2023 | kpdleg, copper, 12.7×11.3cm, 2023 | pp, copper, 14.2 x 10.7cm,2023
Alberto Finelli | Yet to be, color pigment, neutral ph adhesive, blotting paper, Dura-Lar clear acetate ,45.6 x 30.4cm, 2023 | zmkga, copper, 10.5 x 11.8cm, 2023 | frwr, copper, 14.8 x 10.6cm, 2023 | kpdleg, copper, 12.7×11.3cm, 2023 | pp, copper, 14.2 x 10.7cm,2023
Evyenia Gennadiou | Chimera, Tecnica mista su carta velina, 31.1 x 43.1cm, 2023 | Antidoro, Bouganville, legno di pino, compensato, vetro, 16.2 x 21.3 x 11.1cm, 2023
Alberto Finelli | asfs, copper, 7.5 x 7 x 3.5cm, 2023
Alberto Finelli & Evyenia Gennadiou | Ribattuto LXXXIII, Tecnica mista su carta, 28 x 21.8cm, 2023